Tumore & Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB)

L’ ABC che è giusto sapere

La neoplasia prostatica rappresenta il secondo tumore più frequente nella popolazione maschile. Le cause di questa patologia sono multifattoriali e si osservano differenze di incidenza a seconda delle varie aree geografiche. Lo stile di vita, l’alimentazione, la familiarità e la genetica giocano inoltre un ruolo importante a livello eziologico.

Durante gran parte del suo decorso, la malattia non procura sintomi a colui che ne è affetto. Per questo motivo il paziente non avverte alcun disturbo che possa richiamare la sua attenzione e non è quindi portato a recarsi dall’urologo, in quanto asintomatico.

La mancanza di informazione nella popolazione circa l’assenza di sintomi comporta il rischio di trascurare una patologia potenzialmente pericolosa, altrimenti nella maggioranza dei casi risolvibile. Da qui deriva l’importanza della prevenzione urologica. Ad oggi la ricerca ha fatto grandi passi in merito ai trattamenti della neoplasia prostatica sia sul fronte chirurgico che medico; questo determina ottime probabilità di sopravvivenza, tenendo logicamente in considerazione il tipo di malattia ed la sua estensione al momento della diagnosi. Al fine di riuscire nell’eradicazione completa della patologia, gioca un ruolo determinante la diagnosi precoce ed una successiva valutazione multidisciplinare al fine di trovare l’opzione terapeutica più indicata.

Una visita urologica completa associata a determinati esami di laboratorio a partire dai circa 45 anni di vita consente di individuare un sospetto di malattia, nella cui evenienza verranno poi indicate le indagini successive volte ad accertare o meno l’esistenza della neoplasia prostatica. 

Esiste poi l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), ossia l’ingrossamento della ghiandola prostatica, patologia benigna che interessa gran parte della popolazione maschile e che inizia a dare manifestazione della sua presenza a partire dai 45-50 anni di vita, provocando disturbi così detti ‘ostruttivi’ della bassa via urinaria, rendendo difficoltoso e talvolta incompleto lo svuotamento vescicale.

IPB e patologia maligna non sono una ad esclusione dell’altra, si può infatti osservare la coesistenza di entrambe. E’ pertanto fondamentale valutare ogni singolo caso con il proprio urologo di fiducia sulla base della visita, dei sintomi riferiti, degli esami di laboratorio ed eventuali approfondimenti diagnostici necessari. 

L’ ipertrofia prostatica sintomatica, oltre a provocare disturbi e quindi influire sulla qualità di vita di chi ne è affetto, può al contempo, se trascurata, provocare una serie di problemi a livello vescicale, renale oltre che avere conseguenze infettive. L’aumento della frequenza minzionale, l’indebolimento del getto, l’urgenza, la sensazione di incompleto svuotamento vescicale, le infezioni delle vie urinarie ricorrenti, sono tutti sintomi che dovrebbero richiamare l’attenzione del paziente. In questo caso è opportuno valutare col proprio urologo la propria situazione al fine di trovarne un rimedio.

Nei casi di sintomatologia lieve sono spesso sufficienti terapie farmacologiche; laddove invece persistessero i sintomi nonostante i farmaci, entrano in gioco diverse opzioni terapeutiche chirurgiche. Oggi si dispone di tecniche mini-invasive che consentono di ridurre il volume prostatico servendosi di svariati principi fisici, che si tratti di energia laser o di vapore acqueo o delle classiche resezioni ad energia bipolare. Tali procedure possono essere svolte in regime di ricovero ordinario o di day hospital a seconda del tipo di tecnica condotta. Ogni caso va valutato in ambiente urologico al fine di trovare il trattamento che più si addice al tipo di prostata e al tipo di paziente.

Posted on: Agosto 20, 2023, by :